Rilevatori di movimento

22 Ago, 2018

Cosa sono e come funzionano i principali rivelatori di movimento.
Fra i vari componenti necessari ad assemblare un sistema per la protezione e la messa in sicurezza di un edificio, sicuramente risultano fondamentali i rilevatori di movimento o più comunemente chiamati sensori volumetrici.
Ricordiamo brevemente che il movimento (o moto) di un corpo, è il cambiamento di posizione nello spazio in relazione al tempo.

Da un punto di vista meramente scientifico facciamo presente che ogni tipo di materia emana delle radiazioni sia elettriche che magnetiche, di cui solo una piccola parte viene percepita dagli esseri umani. Le principali tecnologie utilizzate da questi rilevatori di movimento infatti, si fondano sulla capacità di captare e discriminare alcune di queste frequenze.

Queste apparecchiature elettroniche, ormai tutte digitali e non più analogiche come un tempo, possono essere divise in 2 grandi famiglie, a seconda della tecnologia che utilizzano per svolgere il loro compito di rilevazione.

A tal proposito esistono i seguenti rilevatori di movimento:

Sensori PIR, acronimo di Passive Infra Red, che misurano la quantità di calore irradiata dai raggi infrarossi (IR) emessi in particolar modo da esseri viventi.
Siamo tutti d’accordo che ogni corpo con temperatura superiore allo zero assoluto emette energia sotto forma di radiazioni termiche. La maggior parte di queste radiazioni posseggono frequenze appartenenti ad uno spettro luminoso, invisibile alla percezione dell’occhio umano. Tali frequenze però possono essere rilevate tramite specifici dispositivi elettronici progettati per tale scopo.

Il termine passivo si riferisce al fatto che i PIR non emettono nessuna forma di energia ma lavorano esclusivamente misurando la variazione dell’energia sprigionata dagli oggetti all’interno del proprio campo di rilevazione.

Tecnicamente sono dotati di una particolare lente (detta di Fresnel), che convoglia la radiazione infrarossa su appositi elementi piroelettrici i quali hanno la capacità di convertire la variazione della temperatura in un segnale elettrico. È sufficiente una differenza di soli 1,6 gradi per generare un segnale.
In poche parole possiamo concludere semplicemente che l’infrarosso lavora sulla rilevazione del calore dei corpi.

L’altro tipo di tecnologia utilizzata per la rilevazione, si basa sull’analisi delle Microonde emesse.

I sensori a Microonda infatti utilizzano questa tecnologia per rilevare gli oggetti attraverso una lettura delle onde elettromagnetiche ad alta frequenza che essi stessi emanano.
Questi sensori a differenza dei PIR sono attivi, ovvero irradiano costantemente microonde all’interno della loro area di “osservazione” per misurarne le variazioni.

Ne esistono fondamentalmente 2 tipi o TX-RX o doppler.

Nei sistemi TX-RX abbiamo la presenza di due sensori, un sensore che trasmette chiamato TX (trasmettitore) ed un sensore che riceve chiamato RX (ricevitore) queste due apparecchiature creano un corridoio invisibile composto da un costante flusso di microonde in grado di analizzare con la massima precisione tutto ciò che lo attraversa, infatti quando il ricevitore rileva una differenza di condizione all’interno del suo fascio, effettua un’analisi approfondita della situazione che se considerata una reale intrusione, innesca un segnale di allarme.

Il sistema doppler invece funziona come un radar, ovvero da una parte emette costantemente le microonde e dall’altra ne misura l’effetto del rimbalzo che avviene contro i corpi all’interno dell’area di rilevazione.

La tecnologia PIR è sicuramente molto più usata e diffusa per la sensoristica INDOR ovvero interna, o per l’utilizzo in piccoli spazi esterni circoscritti, la tecnologia MW è prevalentemente molto più usata e diffusa per i sensori OUTDOOR, ovvero progettati per lavorare in ambienti esterni, soprattutto per coprire distanze considerevoli.

Esistono poi dei sensori ibridi, ovvero che posseggono entrambe le tecnologie, dove a seconda delle logiche di programmazione del costruttore, lavorano insieme per effettuare un’analisi più approfondita della rilevazione. Questi sensori sono solitamente utilizzati per lavorare in ambienti esterni.

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